Il Giorno della Memoria rappresenta un momento fondamentale per fermarci tutti a riflettere sulle nefandezze che il genere umano è riuscito a compiere. Spesso ripetiamo che tale riflessione deve spronarci per fare in modo che ciò che è avvenuto non accada più, in nessuna circostanza e in nessun tempo. L’aggressione del ragazzino ebreo di dodici anni, picchiato e offeso con insulti antisemiti da alcune coetanee, pochi giorni fa a Venturina, è purtroppo la conferma di quanto ancora oggi ci sia bisogno di impegnarsi per difendere la memoria, parlando soprattutto ai giovani per renderli consapevoli del peso che hanno le parole e le azioni. Al di là di questo particolare e grave atto di bullismo, il fatto che molti ragazzi, talvolta con estrema superficialità, utilizzino nel quotidiano parole di antisemitismo e razzismo è un campanello d’allarme che non deve passare inosservato. Ecco perché è nostro dovere continuare a lavorare sui giovani cercando di intercettare quando possibile il loro malessere e di non sottovalutarlo, per evitare che diventi lo spazio in cui cresce l’odio, la violenza e l’intolleranza. Al ragazzino e alla famiglia lo invitiamo alla città del Tufo per fargli conoscere da vicino la storia della comunità ebraica di Pitigliano.
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