Rifondazione scrive: Quanto successo a Venturina è un qualcosa di terribile, ancor più terribile se pensiamo che un atto così vile succede a qualche giorno dalla Giornata della Memoria. Tuttavia è uno squarcio nel velo nella bolla di responsabilità e coscienza civile che viviamo: se nel 2022 è ancora possibile che un bambino possa essere umiliato e aggredito da alcuni coetanei perché ebreo è evidente che ricordare non è bastato. Spesso si fa riferimento ai social e al lavaggio del cervello che questi avrebbero fatto alle ultime generazioni, ma questa prospettiva è deresponsabilizzante e falsa: i social non spostano il consenso né tantomeno reimpostano la mente delle persone, i social aggregano una narrazione organica che si fa forte di un armamentario di luoghi comuni e pregiudizi che nascono molto prima dei social e fuori da essi, pregiudizi che questi ragazzi hanno scoperto nelle loro case, tra i compagni di scuola, dai loro riferimenti adulti e nei luoghi di aggregazione.
Ciò vuol dire che fuori dalla nostra bolla, fuori dal “nostro” internet, certe frasi della maniera: “sono ricchi, vedrai sono ebrei”; “hanno le banche e le televisioni” esistono e alimentano un retroterra di sottintesi, complicità e pregiudizi che fanno l’antisemitismo del XXI secolo.