In primo piano le bonifiche, la riqualificazione e conversione delle aree industriali, il rafforzamento della sanità territoriale e del trasporto pubblico locale, il turismo ambientale.
“Non si esce dalla crisi senza investimenti pubblici, ma gli investimenti pubblici devono essere guidati da un progetto chiaro ed individuare precise priorità. Ed è una priorità assoluta recuperare i divari e le disuguaglianze fra i diversi territori della regione, a partire dalle isole, dalla costa, dalle aree montane e più disagiate che da tempo patiscono l’impoverimento dei servizi e un’impressionante desertificazione produttiva”, così il candidato presidente di Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, che assieme al collega Paolo Sarti ha presentato la proposta appena approvata dal Consiglio regionale per un piano di rilancio economico, sociale e ambientale per le isole, la costa e le aree montane e più disagiate della regione, dall’Amiata all’Appennino pistoiese.
L’atto impegna la Giunta in quattro precise direzioni. Il primo obiettivo è “accelerare le bonifiche necessarie sul territorio regionale (Piombino, Orbetello, Livorno-Collesalvetti, Massa Carrara) procedendo quanto prima alla stipula di un Accordo di Programma tra i soggetti interessati per le aree SIN/SIR di Livorno e Collesalvetti, sostenuto da adeguati finanziamenti per le azioni di recupero ambientale”. Fattori ricorda in proposito come “secondo i dati del V Rapporto Sentieri nell’area contaminata livornese vi è un eccesso di mortalità e una maggiore incidenza di tumori oltre che di malattie respiratorie e dell’apparato digerente ma il lavoro di bonifica non è neanche iniziato, dato che manca persino l’Accordo di Programma, e in oltre vent’anni non è stato approvato alcun progetto di bonifica”. In secondo luogo la proposta approvata dal Consiglio regionale impegna la Giunta a predisporre “opportuni programmi di riqualificazione e riconversione delle aree industriali di Piombino e Massa Carrara, attivandosi per il riconoscimento ministeriale di ‘area di crisi complessa con impatto significativo sulla politica industriale nazionale’ dell’area di Massa Carrara”. In terzo luogo il governo regionale dovrà “prevedere interventi di rafforzamento strutturale, dotazione tecnologica e incremento del personale negli ospedali periferici e nei presidi socio-sanitari dei territori insulari e delle zone interne, in particolare delle zone montane” e “adoperarsi per garantire nei territori costieri, nelle isole e nelle aree interne più isolate una rete di trasporto pubblico locale che sia adeguata alle esigenze di una normale vivibilità del territorio da parte della cittadinanza, per il raggiungimento dei servizi socio-sanitari e delle scuole, oltre che alle esigenze del mondo produttivo e del settore turistico”. Come ha precisato Fattori, “dobbiamo impedire il progressivo sgretolamento dell’universalità dei servizi fondamentali, dalla sanità al trasporto pubblico, che è fra le principali cause della marginalizzazione di tanti territori. Non possiamo continuare ad avere una Toscana di serie A e una Toscana di serie B”. Infine, grazie all’approvazione dell’atto di Toscana a Sinistra, la Giunta è chiamata a “individuare misure specifiche per il rilancio del turismo ambientale e sostenibile quale fattore di sviluppo per le aree disagiate del nostro territorio attraverso misure quali, a titolo di esempio, il lancio di campagne promozionali mirate, lo sviluppo e la manutenzione della rete sentieristica, la creazione di app dedicate alla cartografia escursionistica, il potenziamento delle risorse per parchi e aree protette, l’individuazione di misure economiche a favore del turismo all’aperto”. “La Toscana ha un immenso patrimonio naturale e culturale diffuso, che può essere valorizzato grazie ad un turismo ‘lento’ – sottolinea Fattori – mentre da decenni si continua ad investire sul solo turismo di massa, perlopiù concentrato in poche destinazioni prese d’assalto. Sto parlando di centinaia di piccoli musei, scavi archeologici, pievi, borghi isolati, destinazioni minori ricche di storia ed esterne ai grandi circuiti, per non dire delle nostre riserve naturali o dei parchi regionali, dei boschi, dei cammini marini e montani, dei sentieri e degli itinerari cicloturistici. L’emergenza Covid19 è l’occasione per progettare una nuova forma di turismo più sostenibile e decentrata”.
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