Grosseto – Il National Geographic finanzia un progetto del Museo di storia naturale della Maremma

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Prestigioso riconoscimento internazionale per la struttura di Fondazione Grosseto Cultura.
L’edizione statunitense del National Geographic, la casa madre di una delle riviste più celebri del mondo, ha scelto di finanziare un progetto internazionale promosso e coordinato anche dal Museo di storia naturale della Maremma. È “Cross-Polli:Nation”, uno studio sugli insetti impollinatori che durerà un anno e mezzo. La realizzazione del progetto ha ottenuto un finanziamento, in parte destinato proprio alla struttura museale gestita da Fondazione Grosseto Cultura. “Cross-Polli:Nation” è l’approfondimento di un’esperienza tutt’ora in atto, che il Museo di storia naturale della Maremma ha messo in piedi in occasione della Notte della ricerca 2018, in collaborazione con le università toscane di Firenze, Siena e Pisa, per raccogliere dati sugli insetti impollinatori, “Polli:Bright”, i cui risultati verranno presnetati nel corso della notte dei ricercatori 2019. E ora il progetto “Cross-Polli:Nation” si sviluppa in una forma più ampia, che coinvolge Italia e Gran Bretagna, con più punti di forza, a partire dagli stessi partner inglesi, in testa l’Imperial College come coordinatore, e poi l’università scozzese di Aberdeen, l’istituto inglese Ltl (Learning through landscape), l’Open university, oltre a una serie di istituti scolastici italiani e britannici. Martedì 22 gennaio il direttore del Museo di storia naturale della Maremma, Andrea Sforzi, sarà a Londra, all’Imperial College, per la prima riunione organizzativa che servirà per mettere a punto il cronoprogramma. Nel frattempo i tecnici sono già al lavoro sui software degli strumenti. «Sarà una sfida lunga oltre un anno – dice Andrea Sforzi – e rappresenta, almeno finora, l’unico caso in Italia di un progetto finanziato dal National Geographic Usa. Il progetto è stato curato dal museo assieme agli inglesi, poi è stato inviato in risposta a un bando del National Geographic, che l’ha scelto e finanziato. Ci divideremo il lavoro così: in Inghilterra raccoglieranno i dati nei giardini delle scuole, nelle città universitarie toscane opereranno negli orti botanici, mentre a Grosseto agiremo nel giardino del museo, sulle Mura e nel Giardino dell’archeologia. Cercheremo anche di migliorare gli habitat, piantando specie vegetali che possano attirare gli insetti impollinatori». Un’attività non solo teorica, ma destinata ad avere applicazioni concrete. «Gli insetti impollinatori sono fondamentali – spiega ancora Sforzi – perché senza di loro non esisterebbe la maggior parte delle produzioni agricole, incluse quelle che ogni giorno entrano sulla nostra tavola. L’impollinazione è inoltre fondamentale per tutte le piante spontanee e garantisce la conservazione di un elevato livello di biodiversità. Purtroppo molti insetti impollinatori stanno scomparendo a causa dell’uso di insetticidi e di altri fattori inquinanti. Dobbiamo proteggere le specie selvatiche, come i bombi, le api solitarie, ma anche molti altri insetti utilili. E le politiche comunitarie in questo senso potrebbero essere d’aiuto. Un’idea per il futuro è quella di mettere insieme le principali esperienze in materia con progetti citizen science sugli insetti impollinatori a livello europeo, per estrarre le best practice da ogni progetto e arrivare entro i prossimi anni a mettere in piedi un’azione europea di ricerca in questo settore, con il coinvolgimento dei cittadini».

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