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Sabato 14 settembre, alle ore 17.30, al Teatro follonichese, presentazione della stagione teatrale 2019-2020 del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica dal titolo “Generazioni”. Presenti il sindaco Andrea Benini, l’assessore alla cultura Barbara Catalani, il direttore artistico Eugenio Allegri
“Generazioni” è il tema scelto per la stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica. L’appuntamento di presentazione della stagione , per tutti gli appassionati è sabato 14 settembre, alle ore 17.30, proprio presso il Teatro . Saranno presenti il sindaco Andrea Benini, l’assessore alla cultura Barbara Catalani, il direttore artistico Eugenio Allegri.
Va da sé che è stato proprio il direttore artistico a scegliere questo tema complesso: “Lo spunto – dice Eugenio Allegri – è stato l’affacciarsi sulla scena mondiale di una nuova generazione di giovanissimi ragazzi e ragazze intenti e determinati nel voler salvare, almeno dal punto di vista ecologico, le sorti del pianeta e delle loro presenti e future vite, oltre ai temi del disastro ambientale che ha riportato alla luce il disastro sociale procurato dalla frattura storica che in questi ultimi decenni ha allontanato una dall’altra le generazioni”.
Il teatro, quindi, che cerca di riavvicinare le generazioni passate e presenti. Tanto più che la stagione teatrale, come sarà spiegato nell’incontro pubblico così come da consuetudine alla Fonderia, si esplicherà oltre che con gli spettacoli in abbonamento, anche con progetti specifici dedicati ai bambini e alle famiglie, alla scuola, alla formazione del pubblico.
“Partendo dai temi contenuti nell’opera di Omero – cita il direttore artistico – l’antico patrimonio delle nostre civiltà, tempo dopo tempo, ha visto lavorare duramente i rappresentanti di quelle civiltà per preservarlo, accatastando esperienze, idee, scoperte, scienze e a ogni successiva fase di riordino, hanno continuato a lavorare alacremente, inventando teorie con le quali spiegarle, sperimentando pratiche per moltiplicarle. Questo per tramandarle in custodia alle generazioni successive, ben sapendo che per fare questo occorreva preservare innanzitutto se stessi, esseri imperfetti, ma capaci di riprodursi, e generare così nel tempo l’imperfetto granello salvifico dell’umanità”.