Campiglia Marittima – SOFFRITTI FIRMA LA RICHIESTA DI SOSTEGNO A ROSSI PER RICORRERE CONTRO IL DECRETO SICUREZZA

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“Comuni e Regione insieme per garantire sicurezza, assistenza e salute”
La sindaca di Campiglia Marittima denuncia i rischi per la sicurezza e la salute pubblica derivanti dal cosiddetto “decreto sicurezza”, ringrazia e sottoscrive l’iniziativa del presidente Enrico Rossi per essere intervenuto e sostiene il ricorso della Regione “Purtroppo questo provvedimento produrrà paradossalmente il contrario rispetto alle enunciazioni del Governo che lo accompagnano. Quale sicurezza si può avere da una situazione fuori controllo degli stranieri sul territorio? – dichiara Rossana Soffritti – L’unico modello che funzionava dei piccoli centri e di clausole di salvaguardia che parametrano il numero di stranieri al numero di abitanti, viene cancellato. Ci saranno centri più grandi, lunghi periodi di trattenimento delle persone che ricordano francamente cose che vorremmo considerare superate. Poi si racconta che solo i rifugiati e pochi altri, potranno restare, gli altri verranno rimpatriati. Si dimentica di dire però che non ci sono stanziamenti né accordi per i rimpatri. Allora staremo (anzi staranno) a guardare persone che ci sono di fatto, ma che si considerano inesistenti. Che non potranno essere curate o integrate. Le condizioni di salute derivano anche dalla condizione in cui si vive”. “Se proprio vogliamo abbandonare anche i principi basilari di diritto internazionale di protezione umanitaria e non ci interessa più della vita o della morte di una persona, di un giovane, di una mamma che si ammalano, ci si dimentica anche di tutelare la salute dei cittadini italiani – sottolinea la sindaca – che così saranno più esposti a situazioni che in questi anni invece abbiamo gestito e controllato”. Soffritti sostiene la decisione della Regione Toscana di sollevare eccezioni di costituzionalità su alcune disposizioni contenute nel decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modificazioni dalla L. 1 dicembre 2018, n. 132 e chiede al presidente della Toscana di inserire fra i rilievi di costituzionalità anche i temi di interesse del Comune, con particolare riferimento all’art. 13 del testo di legge in questione. Evidenzia la sindaca di Campiglia che i Comuni non possono sollevare eccezioni di costituzionalità presso la Corte Costituzionale, per questo, fa appello alla Regione affinché si faccia portatrice di istanze che garantiscano ai cittadini pari diritti, il contrario significherebbe mettere tutti molto più a rischio di situazioni che sarebbero fuori controllo.
La sindaca rappresenta al governatore la necessità da parte dei comuni di avere la certezza del numero di persone abitualmente residenti nel proprio territorio per poter organizzare in maniera adeguata controlli e servizi sociali e assistenziali necessari. L’art.13 della nuova legge impedisce l’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo e crea pertanto una discriminazione tra questi stranieri e quelli in possesso di permesso di soggiorno che, in presenza di dimora abituale o domicilio effettivo (come quello dei richiedenti asilo), sono obbligatoriamente iscritti alle anagrafi delle popolazioni residenti. Il permesso di soggiorno rilasciato per richiesta di asilo costituisce per legge documento di riconoscimento, e nessun altro documento di riconoscimento può essere chiesto allo straniero che ha chiesto protezione internazionale per l’accesso ai diritti riconosciuti dalla legge, la previsione di cui all’art. 13, nella parte in cui prevede che lo stesso titolo di soggiorno non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica, appare chiaramente contraddittoria”.
La Legge regionale sul Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale, 41/2005, ha sancito che hanno diritto agli interventi e ai servizi del sistema integrato delle prestazioni sociali tutte le persone residenti in Toscana.

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