Il Gruppo 2019 di Campiglia scrive: Dopo il Convegno organizzato dal Comune di Campiglia Marittima sulle prospettive dei parchi della Val di Cornia, rimangono in sospeso le questioni più spinose che hanno portato all’attuale crisi gravissima di un modello di tutela e promozione del territorio capace di assurgere ad esempio nazionale ed internazionale. Al di là delle scelte sulla forma societaria o sull’ingresso dei privati, resta da capire quale strategia condivisa esista a sostegno del progetto e se il nostro territorio sia di nuovo pronto a gestire come parti indivise di un unico bene il complesso sistema di emergenze archeologiche e beni ambientali estesi su tutta la Val di Cornia.
Attualmente non c’è traccia né di questa rinnovata disponibilità, né di un processo di condivisione di linee strategiche. In queste condizioni è difficilissimo capire quale assetto societario possa essere il migliore per la Parchi. Sosteniamo invece con forza che sia un’opportunità da cogliere l’allargamento ad altri comuni della Società con una nuova prospettiva e progettualità, anche per superare delle distorsioni nei meccanismi decisionali che tanto male hanno fatto all’azienda. Ovviamente per farlo occorre un piano strategico ma ad oggi, senza le risorse dei parcheggi di Sterpaia e Baratti e le strutture di Rimigliano la società è costretta a coprire le perdite con i proventi dei Comuni ed è impossibilitata a mettere in campo nuovi investimenti. Per superare l’impasse occorre meno autoreferenzialità e arroccamento su posizioni contrapposti, riconoscersi di nuovo in un territorio unito che persegue scopi comuni.