Per Legambiente se siamo in una situazione di emergenza energetica si devono fare le cose più veloci. Se solo il 50% delle rinnovabili oggi in fase di procedura autorizzativa, venisse realizzato, l’Italia avrebbe anche già raggiunto gli obiettivi climatici europei e ridotto fortemente la dipendenza dal gas. Ad oggi le rinnovabili faticano a decollare, ostacolate da una burocrazia farraginosa, da blocchi di amministrazioni locali e regionali, da comitati vari senza dimenticare il ruolo del Ministero della Cultura e delle Sovrintendenza. E’ urgente snellire le procedure per i nuovi progetti di eolico a terra e a mare, per l’ammodernamento degli impianti esistenti, per la realizzazione dell’agrivoltaico, biometano, comunità energetiche che usano energia prodotta da fonte rinnovabile. Se i comuni sfruttassero i finanziamenti del decreto del 30 aprile 2019 n. 34 (DL Crescita) l’emergenza energetica sarebbe risolta e si farebbe un grande passo per limitare il cambiamento climatico. Solo il biometano potrebbe essere di 10 miliardi di metri cubi all’anno (di cui almeno 8 da matrici agricole), pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. L’amministrazione comunale si oppone, senza proporre modifiche, al progetto di fotovoltaico in bocca di Cornia e poi sarebbe disponibile ad accogliere un impianto più pericoloso e impattante? Legambiente propone di spostare il dibattito su quante e quali energie rinnovabili servono a Piombino con soluzioni per un ridotto impatto ed è disponibile a collaborare con i Comuni per il lancio di una costituzione delle Comunità Energetiche.
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