Sono passati quasi quattro anni dalla sottoscrizione dell’accordo di programma che impegnava Jsw a compiere numerose azioni in ordine allo smantellamento delle aree dismesse e alla riconversione industriale: nulla di quanto disposto è stato fatto. Per questo abbiamo inviato una lettera alle istituzioni coinvolte, in particolare Mise e Ministero della Transizione ecologica, al fine di denunciare per l’ennesima volta l’intollerabile stallo in cui la nostra città è stata lasciata e richiedere la convocazione urgente del tavolo dei sottoscrittori dell’accordo di programma.
Serve un’azione che dia alle istituzioni la forza necessaria a far uscire Piombino dall’impasse: quest’azione può e deve essere la revoca delle concessioni demaniali marittime. È proprio questa la richiesta che abbiamo avanzato nell’ultimo incontro al Mise e che abbiamo ribadito nella comunicazione inviata oggi.
Ad oggi non è stato presentato un progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico delle aree del complesso industriale ex Lucchini; non sono state completate le operazioni di rimozione e avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti depositati in modo incontrollato; non si è pianificato né provveduto allo smantellamento delle strutture dismesse né tantomeno di quelle potenzialmente più pericolose.
Lo strumento per dirimere il contrastato rapporto con Jsw e per dare concrete prospettive a quell’area e, di conseguenza, alla città è proprio quello delle concessioni, per le quali lo stesso accordo di programma ne subordinava la proroga a un preciso piano di sviluppo indistriale mai presentato.
Non è accettabile che quasi seicento ettari continuino ad essere ostaggio di un privato inadempiente, pregiudicando l’insediamento di altri investitori, sia nell’ambito dell’acciaio che di altri settori. Banchine e aree demaniali, se offerte con procedure ad evidenzia pubblica, potrebbero condurre soggetti privati a investimenti nuovi e diversificati, con riflessi occupazionali e ambientali. Il futuro della città che abbiamo in mente passa da un’industria moderna, lontana dall’abitato, dalla trasformazione delle aree limitrofe alle abitazioni da industriali a cuscinetto e dalla messa a disposizione di tanti altri contesti retroportuali a nuove aziende.
Tutte le richieste avanzate e la strategia che il Comune sta portando avanti a partire dal Patto per Piombino, saranno illustrate nel dettaglio anche ai rappresentati sindacali ai quali abbiamo chiesto un incontro fissato per domani.
Francesco Ferrari, sindaco di Piombino
Sabrina Nigro, assessore al Lavoro e alle Attività produttività