Piombino – Jindal propone 300 milioni per il porto

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Non solo la riapertura dell’impianto siderurgico ex Lucchini di Piombino: il gruppo indiano Jindal ora propone un investimento di 300 milioni extra, rispetto al miliardo di euro del piano industriale, per potenziare le attività logistiche del porto. «Nell’immediato puntiamo a una banchina più fruibile, con più superficie di attracco e flessibilità nell’alloggio, visto che a regime il piano di Jindal prevederà 8-9 milioni di tonnellate in ingresso tra rottame, preridotto e semilavorati», spiega Fausto Azzi, amministratore delegato di Aferpi, in una intervista al Sole 24 Ore di ieri. In questo modo però si saturerebbe solo un terzo della capacità, e per questo Jsw, che sta per ottenere il rilascio di una concessione trentennale, pensa a «coinvolgere operatori – aggiunge Azzi – della logistica container o rinfuse. Sul retro della banchina c’è spazio per un interporto. Abbiamo contatti con Mercitalia, interessata al progetto». Aferpi ha incassato una commessa di Rfi, che Azzi però definisce deludente, avendola dovuta spartire con Voestalpine, ArcelorMittal e British Steel: «Non è stato un bel segnale, ho dovuto spiegare alla proprietà che l’Italia resta un paese affidabile». L’azienda chiuderà in rosso, ma entro marzo si attende il break even. «Cercherò di ridurre l’impatto già in questo esercizio – dice Azzi -, con alcune dismissioni». Per quanto riguarda la cosiddetta fase 2, quella dei forni elettrici per i piani, «potremmo anche fare prima del previsto – spiega l’ad-, magari entro l’estate prossima».

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