Massa Marittima – Il paesaggio e la sua arte

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Carla Moscatelli si presenta… e non c’è più nulla da aggiungere!
INTERVISTA A CURA DI GIAN PAOLO BONESINI
Che cosa rappresenta per te la pittura?
La pittura è una buona amica, è un viaggio all’interno della mia anima, è una terapia
psicologica, è il mio modo di colorare il mondo, è restituire agli altri ciò che mi donano, è
raccontarmi è sostanzialmente comunicare.
I miei lavori vogliono essere una testimonianza della realtà, un fermo immagine di attimi
fugaci fissati sulla tela; sono racconti di sensazioni trasmesse da una realtà spesso
decontestualizzata dove il luogo fisico diventa il pretesto per un mio personale racconto.
Come pagine di un taccuino su cui sono scritti gli appunti di viaggio, i miei lavori sono lo
specchio del mio viaggio personale attraverso la vita.
Puoi definire la tua pittura come “pittura ambientale”?
Sì, poiché nel dipingere mi confronto attivamente con l’ambiente che mi circonda, sia
nella sua dimensione naturale sia come contesto formale, politico, storico e sociale.
Perché la scelta dei soggetti passando dalla nebbia alla neve?
La nebbia fisica come nebbia esistenziale, come rappresentazione metaforica del caos,
dentro al quale ognuno si trova solo ad affrontare lo scorrere della vita. Ma la nebbia è
anche la rappresentazione della non conoscenza e dell’incoscienza da cui emergono le
forme in un cammino di conoscenza, come se emergendo nella soluzione dei piani si
arrivasse ad una maggiore conoscenza. La neve invece è ciò che pur nascondendo rivela
le forme in un assoluto silenzio. Come se all’improvviso subentrasse una quiete interiore
che affina i sensi e che permette ai ricordi di concretarsi.
Che peso ha la poesia nella tua arte?
La poesia come póiēsis, nell’accezione greca di creazione, mi fa vivere la dimensione di
“arte totale” in quanto risulta essere un componimento fatto di frasi il cui significato
semantico si lega indissolubilmente al suono musicale dei fonemi. E così mi ritrovo a
scrivere in poesia ciò che non riesco a dipingere: la parte più profonda della coscienza
seguendo un ritmo musicale che promana dalla mia in-coscienza. Seguendo questo ritmo
compositivo affronto i miei lavori pittorici utilizzando come metalinguaggio non già le
parole ma la figurazione, in modo che ne sia sempre possibile la lettura. Ciò permette al
fruitore di leggere i miei lavori e, se vuole, di potersi immedesimare in essi, così come nel
leggere le mie poesie può trovarvi una comunità di sentimento:
“Nelle parole nascondo le forme
con i colori trasformo la sostanza”

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