Piombino – Il 9 luglio una delegazione del Camping CIG sarà davanti al Mise

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Il 9 luglio una delegazione del Camping CIG sarà davanti al Mise, in occasione dell’incontro tra governo, istituzioni e sindacati, che si doveva tenere a maggio. Il Camping CIG chiede nuovamente alle organizzazioni sindacali di organizzare i pullman da Piombino e indire lo sciopero dei reparti in produzione, per dare vita a una manifestazione di massa quel giorno al Mise. Il 9 non dovrà esserci un altro incontro interlocutorio: dev’essere invece il giorno della verità. Se l’azienda mostrerà di fare sul serio, il governo dovrà fare la sua parte, a partire dagli sconti sui consumi elettrici. Ma se l’azienda continua a traccheggiare, il governo deve mettere nel conto la possibilità di riprendersi lo stabilimento.
I motivi per manifestare al Mise non mancano. Sono gli stessi che portarono alla proclamazione dello sciopero del 24 giugno, grazie alla pressione dei lavoratori nelle assemblee: le pessime condizioni e l’aumento dei carichi di lavoro, che comportano rischi crescenti per la salute e la sicurezza (v. anche acciai al piombo); la scadenza della cassa integrazione in autunno e il disastro dell’indotto; la mancanza di un progetto industriale credibile, che cominci davvero a camminare perché finalmente l’azienda si decide a concludere lo studio di fattibilità e avvia la costruzione del primo forno elettrico, lontano dalla città. Occorre fissare all’azienda precisi paletti a proposito di tempi e modi di attuazione degli impegni circa gli impianti e i rientri dalla cassa integrazione, rivedendo tempestivamente in questo senso anche l’Accordo di programma, se necessario.
Per tutto ciò, allo sciopero del 24 giugno bisogna dare continuità e prospettiva, proprio a partire dalla mobilitazione del 9 luglio al Mise. Lì quel giorno si discuterà pure della vicenda non meno grave delle acciaierie ex-Ilva di Taranto, i cui lavoratori il Camping CIG intende incontrare proprio in quell’occasione: Taranto e Piombino sono due pezzi della politica industriale che invece, uno dopo l’altro, i governi che si succedono colpevolmente trascurano.

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