Dopo l’incontro sul tema “Siderurgia a Piombino” il Presidente della regione commenta: “C’è stata disponibilità a valutare l’ipotesi da parte del Governo e interesse anche da parte di Mr. Jindal”. Una “soluzione straordinaria”, sottolinea Rossi viste anche “le condizioni straordinarie” che si sono venute a creare, con la pandemia: un modo “per prevenire anziché rincorrere un’involuzione industriale”. C’è un problema legato al mercato dell’acciaio (offerta in espansione e domanda in regressione) acuito dal blocco dell’emergenza sanitaria. Alla difficoltà di rilancio si è aggiunta una crisi di liquidità, che va scongiurata. E c’è anche un tema legato alla “necessità di mettere al riparo infrastrutture strategiche come il trasporto pubblico locale su ferro e l’alta velocità ferroviaria, che senza le rotaie prodotte a Piombino dovrebbero per forza approvvigionarsi dall’estero”. “Occorre intervenire sulla congiuntura per rilanciare un piano di investimenti di lungo termine – dice Rossi – per cui ho suggerito l’utilità di un piano industriale ponte”. Costo dell’energia, condizione essenziale per fare investimenti, e gare delle Ferrovie rimangono elementi chiave. Ma per Piombino Rossi invita a valutare, lo strumento di nuovi fondi europei. “Il Just Transition Fund – spiega – passa da 7,5 a 40 miliardi, con finanziamenti a fondo perduto del 15% dell’investimento. L’area di Piombino non rientrava, ma con una estensione così importante delle risorse aggiuntive si potrebbe immaginare un aumento del numero dei territori identificati”. Di deve spingere perché ciò avvenga.
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