Piombino – È Francesco Ferrari il candidato unitario del Centrodestra a sindaco di Piombino: “La città deve cambiare: iniziamo dal modo di fare politica. Impediremo il raddoppio dei volumi della discarica”

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Francesco Ferrari, da oggi candidato del Centrodestra unito alla carica di sindaco di Piombino, ha scelto un palcoscenico fortemente simbolico per presentarsi ai cittadini: la discarica di Rimateria.
Un luogo simbolo
“Partiamo da qui per denunciare con forza quello che non va e per riprenderci il nostro futuro – ha esordito Francesco Ferrari -. Accanto ai milioni di euro di debiti, alla distruzione di un territorio, ai danni ambientali, alla scelta di sostituire la monocultura dell’acciaio con quella dei rifiuti, ostacolo per ogni forma di diversificazione, c’è una responsabilità ancor più grave in capo a chi ci ha governato: il non aver ascoltato i cittadini, negando persino il referendum che la città chiedeva. Siamo contrari ad una discarica da 2,5 milioni di metri cubi; impediremo il raddoppio dei volumi di discarica attraverso il ricorso ai poteri urbanistici propri di un’amministrazione.”
Un progetto civico per i cittadini di Piombino
Francesco Ferrari è sorretto da una colazione dove le liste espressione della società civile sono forti: Ferrari sindaco e Ascolta Piombino. Accanto ad esse, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. “Piombino deve ripartire dai Piombinesi: già prima del programma di governo che scriveremo ascoltandoli, fisseremo le regole per riavere quel clima di rispetto e imparzialità necessario a restituire credibilità alle Istituzioni. Il nostro è un progetto che, prima dei partiti, fa della società civile il pilastro su cui tutto deve necessariamente sorreggersi. Un progetto aperto anche a persone che provengono da esperienze diverse da quelle del Centrodestra, a persone che non si sono interessati di politica prima di oggi. Persone oneste e capaci che vogliono mettersi al servizio della comunità. Perché i grandi temi che attanagliano Piombino non si risolvono con gli schemi partitocratici che finora hanno imperato ma con la responsabilizzazione di tutti i cittadini”.
Un Comune che fa rete
Tempi e luoghi di collaborazione con le altre istituzioni: in una contemporaneità complessa, in cui i problemi fondamentali si risolvono spesso a livello sovracomunale, è necessaria una rete di relazioni efficace. “La Val di Cornia, con i Comuni che la compongono, è tanto più forte quanto più è unita – spiega Ferrari -. Gli altri livelli, da quello provinciale fino a quello europeo, non sono avversari ma occasioni con le quali collaborare senza rinunciare alla propria autonomia”.
Artefici del proprio destino
I numerosi accordi di programma del passato dovranno essere riscritti e Piombino dovrà dettare le proprie esigenze, senza subire le decisioni dei livelli superiori, come purtroppo è stato fino ad oggi.
La città non può rinunciare alla vocazione industriale ma, attraverso una programmazione seria e lungimirante del territorio, deve al contempo aprirsi all’imprenditoria media e piccola, al turismo, anche e soprattutto ambientale ed archeologico, ridando ossigeno ad una comunità intera che più che degli ammortizzatori sociali (pochi e per pochi) ha bisogno di lavoro e prospettive per tutti.
Il dovere di cambiare marcia
“Io rappresento tutti coloro che vogliono ripristinare a Piombino la correttezza del funzionamento delle Istituzioni democratiche, che vogliono cancellare gli errori del passato, che desiderano creare un clima di leale confronto – spiega Ferrari -. Nella Piombino che vogliamo, le capacità e le competenze saranno valorizzate, le necessità capite e supportate. Sarà così anche per la mia squadra di governo: si baserà sulle competenze politiche e tecniche. Sarò un sindaco collegiale e ognuno si assumerà responsabilità di indirizzo e di esecuzione qualificata delle decisioni.”
Francesco Ferrare: chi è
Piombinese, avvocato penalista di 41 anni, è spostato con Sara, sua collega, da cui ha avuto due bambine. È consigliere comunale uscente. “La mia professione mi ha insegnato il valore dell’ascolto, dell’attenzione alla storia della persona che ho davanti. Il ruolo del difensore è fondamentale perché è uno strumento di garanzia, un baluardo contro l’ingiustizia. Ho un’innata predisposizione nel mettermi al fianco dei più deboli e proprio per questo ho deciso di diventare avvocato. Una sensibilità che, con orgoglio, voglio portare in questa esperienza. Considero la politica come un servizio nobile in grado di incidere nella vita e nella mente delle persone. Ho deciso di candidarmi perché è necessario che la mia città, che amo profondamente e nella quale ho deciso di vivere, ci sia quel cambiamento che i piombinesi meritano e aspettano da troppo tempo, ormai. Con me, tutti saranno sindaco: credo fortemente in un processo decisionale condiviso e partecipato. Credo nel lavoro di squadra. Credo nel talento dei miei concittadini che devo tornare ad essere orgogliosi della nostra bellissima città”.

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