Il 20 marzo 2021, il presidente della Turchia Tayyip Erdogan ha deciso di ritirare l’adesione alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, conosciuta come convenzione di Istanbul. Tale convenzione costituisce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, volto a tutelare le donne contro qualsiasi forma di violenza e non solo, e anche altri soggetti, quali bambini ed anziani Secondo Erdogan ed i conservatori la convenzione mina l’unità familiare, incoraggia il divorzio e lascia spazio alle comunità LGBT. Il vicepresidente Oktay ha motivato il ritiro dalla convenzione “per elevare la dignità della donne turche, per rispettare le loro tradizioni e costumi, senza condizionamenti e imitazioni di esempi esterni”
L’atto è gravissimo e conferma la linea di un paese che non rispetta le sue cittadine, lasciandole alla mercé dei propri aguzzini. La documentazione ufficiale riporta 266 le donne uccise nelle loro case lo scorso anno, ma secondo le associazioni contro la violenza sarebbero almeno 170 in più.
Nel primo periodo del 2021, in Turchia, sono stati già registrati 78 femminicidi, e L’OMS sostiene che almeno il 40% delle donne turche è vittima di violenze, da parte del partner, violenze che rasentano la tortura sistematica.
Le leggi a tutela delle donne in Turchia sono continuamente disattese, molte sono state annullate come quelle sugli assegni divorzili o sul diritto ad ereditare. L’età del consenso è passata da 18 a 12 anni.
Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia, non hanno mai ratificato la Convenzione. La Polonia aveva aderito per poi ritirarsi a causa del governo conservatore.
Le organizzazioni femminili turche e la Vicepresidente del Partito Repubblicano del Popolo hanno dichiarato che continueranno a battersi per i diritti di tutte e per riprendersi la Convenzione.
L’Unione Europea ha protestato, invitando la Turchia a un ripensamento. Anche il presidente Joe Biden ha criticato la decisione del presidente turco. La Commissione Pari Opportunità del Comune di Piombino si fa portavoce dell’appello nazionale e internazionale volto alla richiesta di ripensamento e alla sollecitazione ad applicare sanzioni ed embargo nei confronti della Turchia, e, più in generale, anche degli altri paesi dell’Unione Europea, che non rispettino la Convenzione, permettendo di fatto, il femminicidio, il perpetrarsi della violenza domestica e degli abusi.
Chiediamo alle donne e agli uomini della nostra comunità politica di impegnarsi per combattere questa barbarie, inoltre auspichiamo che possa essere presentata in consiglio comunale una mozione che si adoperi in tal senso e siano prese tutte le misure possibili. Inoltre chiediamo alla stampa locale di pubblicare questo appello che manifesta tutto il nostro sdegno e le nostre preoccupazioni per cercare di sensibilizzare chi è all’oscuro di tanta terribile regressione.
La Commissione Pari opportunità del Comune di Piombino