Piombino – Comune, siglato il protocollo d’intesa per i nuovi canoni concordati. Sgravi fiscali Imu per i proprietari

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Siglato il 16 gennaio scorso il nuovo protocollo d’intesa per i canoni concordati tra Comune di Piombino e le organizzazioni sindacali di proprietari e inquilini, dopo la scadenza del precedente accordo del settembre 2015. L’intesa è stata firmata dunque dal Comune e da Confedilizia e Sicet, rappresentanti rispettivamente dei proprietari di immobili e gli inquilini, ASPPI, UPPI, ANIA, SUNIA, UNIAT, Unione inquilini, ASIA.
L’atto è stato ratificato da una delibera di giunta con la quale il Comune si impegna a convocare e ad assistere queste organizzazioni nell’applicazione dell’accordo.
Gli affitti a canone concordato infatti, hanno l’obiettivo di favorire il mercato delle case in locazione e le politiche abitative, prevedendo la stipula di contratti attraverso un canale regolato, che affida un ruolo determinante alle associazioni degli inquilini e dei proprietari.
“Il protocollo – spiega l’assessore alle politiche sociali Margherita Di Giorgi – che risponde a criteri di maggiore equità, intende favorire l’allargamento del mercato agli immobili attualmente sfitti e l’accesso alle locazioni ai settori sociali che sono esclusi. Allo stesso tempo si cerca di ricondurre alla legalità il mercato degli affitti sommerso e irregolare. L’applicazione di questo canone concordato prevede inoltre per i proprietari una riduzione dell’aliquota Imu al 5,5 per mille (a fronte del 9,5 per le seconde case affittate senza canone concordato).”
L’articolo 2 fissa la durata del protocollo in tre anni e prevede che la validità di un contratto permanga anche dopo la scadenza del protocollo fino alla nuova sottoscrizione, in modo da garantire una continuità alla stipula dei contratti a canone concordato. Ogni anno inoltre una delle parti può chiedere un aggiornamento per verificare l’adeguatezza dell’accordo con possibilità di modifiche e integrazioni.
Il canone è determinato in base ad alcuni parametri: l’ubicazione sul territorio e il valore in euro a mq; la superificie, la classificazione dell’appartamento per caratteristiche; la dotazione di mobilio, la durata del contratto. Il territorio è stato suddiviso quindi in otto zone omogenee (Centro storico, Centrale, Semicentro, Litorale, Sub industriale, Riotorto, Populonia Stazione e Fiorentina) sono stati fissati dei cambiamenti delle fasce del canone di locazione, determinato per singola zona e per tipologia di alloggio.
Le fasce di oscillazione degli affitti vanno da un valore minimo a un valore massimo e, identificandosi per ogni zona omogenea con le lettere A, B e C a seconda della tipologia, ne indicano rispettivamente la categoria migliore, media e minore.
Nell’accordo firmato si prevede anche l’istituzione di un Osservatorio piombinese, con compiti di studio e monitoraggio delle problematiche abitative sia pubbliche che private, per quanto riguarda il mercato e il costo delle locazioni, anche in confronto alle altre città, l’evoluzione del mercato degli affitti con particolare attenzione alla condizione giovanile, agli immigrati, alle giovani coppie, agli anziani, le vendite le tendenze alle tipologie costruttive. La composizione dell’Osservatorio e le sue modalità di costituzione verranno definite entro 120 giorni dalla firma del protocollo.
“Si tratta pertanto di un’ulteriore azione a favore delle politiche abitative, spiega l’assessore – che va di pari passo con gli interventi di recupero degli alloggi popolari occupati abusivamente da persone che non sono più in possesso dei requisiti necessari. Nell’ultimo mese è stato recuperato un nuovo appartamento e attualmente sono 27 gli alloggi i tornati nella disponibilità del Comune, che potranno essere assegnati nuovamente a famiglie in difficoltà.”
A questo proposito il Comune ha attivato anche un indirizzo email: segnalazionierp@comune.piombino.li.it al quale i cittadini potranno inviare le segnalazioni di irregolarità nel possesso dei requisiti e nella gestione degli alloggi anche in forma anonima.
“Chiediamo pertanto anche la collaborazione dei cittadini per aiutarci a risolvere un problema annoso che ha una grande valenza sociale e culturale – conclude Di Giorgi – perché alla base della convivenza civile c’è il rispetto delle regole e dei principi fondamentali del vivere comune.”

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