Come Commissione Pari opportunità non potevamo tacere di fronte alle gravi offese sessiste rivolte da Giovanni Gozzini, docente dell’Università di Siena, a Giorgia Meloni.
Siamo di fronte all’ennesimo episodio di denigrazione di una donna colpevole solo di avere un ruolo politico.
È inaccettabile che, nel 2021, le donne continuino ad essere bersaglio di epiteti vergognosi da parte di coloro che, invece di replicare nel merito delle affermazioni espresse nell’esercizio del suo ruolo, si appigliano all’appartenenza al genere per insultare. È inaccettabile che, nel 2021, le donne continuino ad essere offese nei luoghi di lavoro e in qualsiasi ambito della vita quotidiana, a prescindere dall’appartenenza politica e dal ruolo che ricoprono.
Commenti del genere non sono mai stati riservati a un politico uomo, come, invece, è all’ordine del giorno che rappresentanti politici donna siano bersaglio di un simile trattamento.
È sufficiente navigare sui social per comprendere quanto la nostra società non abbia ancora imparato – o non voglia imparare – a rispettare le donne, tutte, a prescindere dall’orientamento politico, dall’età e dal ruolo che ricoprono.
Ciò che indigna e preoccupa, inoltre, è che a rivolgere tali offese ad una donna sia stato un insegnante, un uomo che dovrebbe rappresentare una guida per i più giovani, insegnare il rispetto oltre che le nozioni, dare il giusto esempio. Tutto ciò dovrebbe rappresentare un ulteriore spunto di riflessione su quanto indietro sia la nostra società in tema di parità di genere.
Episodi come questo sono la dimostrazione che c’è ancora tanto, troppo bisogno di un’adeguata educazione al rispetto delle donne in quanto esseri umani, professioniste, compagne, figlie, sorelle, tutto a partire dal linguaggio. È necessario sradicare quella cultura sessista che fa sentire tanti uomini autorizzati a trattare le donne come inferiori: è questo che sta alla base di episodi come quello a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi. Purtroppo, la violenza sulle donne inizia con l’offesa, con il linguaggio stereotipato, con il ricorso all’insulto anche laddove non mancherebbero certo argomentazioni valide ad esprimere il dissenso.
Nel 2021 tali atteggiamenti non possono più essere accettati: la Commissione Pari opportunità, nella propria mission, ha il preciso compito di promuovere azioni che sensibilizzino uomini e donne, che contribuiscano a evidenziare tutti quei comportamenti finora normalizzati che, invece, devono essere condannati, da chiunque provengano. Ma è soprattutto compito di ogni singolo cittadino impegnarsi a far sì che tali episodi non passino inosservati e che ogni donna sia rispettata a prescindere dal ruolo che ricopre, a prescindere dalle sue opinioni.
Rosalia Di Falco, presidente Commissione Pari opportunità