La città di Piombino è stata per moltissimi anni, a partire dall’inizio del secolo scorso, una delle capitali della produzione di acciaio. E’ anche ormai noto che la chiusura dell’altoforno si può considerare il momento in cui si è concretizzata la fine di questo percorso. Basti pensare ai lavoratori diretti che dai 7.800 degli anni settanta è ormai consolidato a meno di 2.000 in virtù di nuove tecnologie e non solo. Non è il caso qui di elencare le società private che hanno rilevato il campo lasciato libero dalla conduzione pubblica. Da Lucchini agli attuali manager indiani, si sono viste gestioni che si sono passate via via la mano, ma senza risollevare le sorti dell’azienda. La richiesta di questi giorni di un incontro con il ministro Giorgetti, richiesto dai sindacati nazionali in occasione dello sciopero di mercoledì, vuol richiamare l’attenzione su un complesso industriale che ha bisogno di una guida forte che possa riprendere la fase produttiva in chiave moderna ed ambientale con un ritorno alle origini. Il sindacati ed i lavoratori auspicano una risposta positiva in questo senso.
La voce della tua Città