La situazione del pronto soccorso di Piombino e, più in generale, del nostro ospedale è critica e certamente non è una novità legata al Covid. Dopo quasi due anni di emergenza sanitaria, l’Asl dovrebbe essere in grado di conciliare le necessità dettate dalla pandemia con i servizi essenziali che il nostro ospedale dovrebbe offrire ai cittadini. Invece, per stessa ammissione dell’azienda sanitaria, la programmazione ordinaria è stata ridotta fino al 40% per far fronte al Covid nonostante a Piombino non sia neanche presente un reparto dedicato. Purtroppo, la carenza di personale medico e infermieristico è una condizione da tempo consolidata e molto preoccupante peggiorata anche dalla necessità di supportare la struttura elbana rendendo impossibile coprire adeguatamente i turni a Piombino. D’altronde è comprensibile che il personale preferisca altre strutture visto che gli investimenti previsti a Villamarina sono tuttora solamente sulla carta. È inoltre evidente che la soluzione dell’ospedale unico di rete non ha fatto altro che impoverire l’offerta di Piombino. Le conseguenze di tutto ciò vanno inevitabilmente a scapito dei cittadini che, per poter fronteggiare anche una necessità minima, sono costretti a spostarsi o a ricorrere alle strutture private. La condizione in cui ci troviamo oggi è la diretta conseguenza di una riforma scellerata voluta dalla Regione Toscana e da una complicata gestione territoriale in una struttura che ha messo insieme due territori diversi e scollegati, senza una preventiva programmazione per adeguare personale e strutture. Politiche fallimentari e gestioni che navigano a vista hanno portato il nostro ospedale a impoverirsi sempre più. Abbiamo portato ancora una volta il problema ai tavoli della Società della salute Valli Etrusche denunciando convintamente questo costante declino ma le esigenze dei cittadini di Piombino continuano a rimanere inascoltate. È necessario ripensare il modello di ospedale unico, pensare a una eventuale nuova configurazione, trovare soluzioni concrete e a lungo termine per garantire servizi e continuità assistenziale: una struttura sanitaria con un bacino d’utenza come quella di Piombino non può reggersi su straordinari di personale ormai sfiancato, su medici che saltuariamente arrivano a Piombino da tutta la Toscana e su professionisti in pensione richiamati al servizio per sopperire alle carenze. L’unica strada percorribile è quella di costringere l’Asl Toscana Nord Ovest e la Regione Toscana ad ascoltare i cittadini e a dare risposte concrete: abbiamo convocato la terza commissione proprio allo scopo di portare la questione sulla scrivania dell’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini in modo da impedirgli di ignorare ancora una volta le necessità di un intero territorio. La sanità della Val di Cornia non può continuare a essere considerata il fanalino di coda della regione.
Carla Bezzini, assessore alla Sanità