“Faccendi e la Sala 41” in mostra al Polo culturale Le Clarisse
Venerdì 22 aprile l’inaugurazione dell’esposizione a cura di Mauro Papa
«L’identità dei personaggi raffigurati in due busti resta misteriosa: qualcuno può aiutarci?»
Il Polo culturale Le Clarisse dedica una mostra alle sculture dell’artista grossetano Tolomeo Faccendi. Venerdì 22 aprile alle ore 18 nella struttura museale di Fondazione Grosseto Cultura si inaugura l’esposizione “Faccendi e la sala 41” a cura di Mauro Papa, il direttore del museo. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 15 maggio, con ingresso gratuito (il museo è aperto dal giovedì alla domenica con orario 10-13 e 16-19; per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a prenotazioni.clarisse@gmail.com o chiamare il numero 0564 488066). Nell’occasione sarà possibile anche rinnovare o sottoscrivere la Grosseto Card, la tessera socio di Fondazione Grosseto Cultura.
«Questa – dice Mauro Papa – non è la solita mostra. Non esibisce solo opere d’arte, ma chiede al pubblico di collaborare con gli organizzatori per risolvere un mistero: quello dei busti realizzati in epoca fascista dal noto scultore grossetano Tolomeo Faccendi (1905-1970). I busti in mostra, di proprietà del Comune di Grosseto, non hanno un nome e i personaggi rappresentati sono al momento sconosciuti, nonostante in passato siano state fatte ipotesi. Uno dei due busti che esponiamo, quello di bronzo, era identificato con Costanzo Ciano ma non sembra che la fisionomia corrisponda. Il mistero quindi resta: se non è Costanzo Ciano, chi è questo notabile fascista con gli occhiali? In mostra c’è poi un altro busto in gesso patinato, datato 1932, e anche in questo caso non è possibile individuare la persona ritratta in giacca e cravatta. Il titolo della mostra, infine, evoca anche una Sala 41: si riferisce alla “Sala d’arte moderna” (la numero 41) allestita da Aldo Mazzolai, direttore del Museo archeologico di Grosseto all’inaugurazione della sede attuale, nel 1975. Quella sala, smantellata nel 1991, ospitava opere d’arte moderna di proprietà comunale come i dipinti di Pietro Aldi e Paride Pascucci e le sculture di Tolomeo Faccendi, Paladino Orlandini e Vico Consorti». Le sculture di Faccendi, per la prima volta dal 1991, tornano dunque esposte al pubblico: “Addolorata” (1942), “L’infelice” (1953), “Zingaro” (1952), “Amos” (1938) e “Cappuccino” (1943). «Inoltre – annuncia Mauro Papa – in mostra ci sarà anche un’altra sorpresa: l’esposizione inedita di un busto, firmato Faccendi, che rappresenta un parente di Mussolini (collezione Marco Nannetti). Venite a scoprire chi è. All’interno dei locali della mostra sarà inoltre allestito un registro dove tutti potranno annotare le loro considerazioni: chi darà informazioni utili a dare un’identità ai due “busti misteriosi” sarà premiato con un catalogo a scelta tra quelli in vendita nel bookshop e avrà diritto a seguire gratuitamente una visita guidata ai monumenti di Faccendi che si trovano nel centro storico. E sarebbe prezioso anche avere una testimonianza fotografica dell’allestimento della vecchia Sala 41 del Museo archeologico».