«In città un nuovo “museo” a cielo aperto: lo spazio pubblico, luogo naturale per l’arte».
Il progetto dell’assessore Luca Agresti e del presidente di Fondazione Grosseto Cultura.
Giovanni Tombari: «Carta vincente per il turismo. Pronti a collaborare con associazioni e privati»
La mostra di scultura diffusa “Donna in cammino” di Alberto Inglesi, fortemente voluta da Fondazione Grosseto Cultura con il sostegno dell’amministrazione comunale, sta riscuotendo un grande successo. Inaugurata ed esposta nel centro storico di Grosseto fino ad agosto, ha riaperto il dibattito sulla fruizione dell’arte: un dibattito particolarmente attuale e tutt’altro che teorico, nell’era post-lockdown che ha visto inevitabilmente rivoluzionato l’approccio del pubblico con opere, installazioni e musei. E il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari, con il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti, lancia un’idea pronta a diventare un progetto concreto: arricchire ancor più la città facendone un contenitore pubblico di arte contemporanea, creando un percorso che possa diventare anche attrattiva turistica. In pratica, riscoprire uno spazio espositivo naturale dando vita a un nuovo museo a cielo aperto da dedicare all’arte del Novecento e del XXI secolo. Un obiettivo da realizzare aprendosi alla piena collaborazione con le istituzioni e le associazioni locali. «Fondazione – premette Tombari – ha sempre considerato centrale nella sua filosofia il concetto di arte per tutti, di offerta artistica da diffondere al maggior numero di persone possibile. Non solo: uno dei nostri principali eventi, La città visibile, si fonda in modo particolare sulla partecipazione e sulla valorizzazione di proposte artistiche che arrivano dai cittadini, senza distinzione. Dunque arte per tutti, arte partecipata, e arte in spazi aperti, pubblici. Da qui è naturale la strategia di puntare decisamente, oggi più che mai, su una forma di offerta e di fruizione che valorizzi l’arte contemporanea in un contenitore pubblico. Soprattutto dopo la conferma dell’apprezzamento che sta riscuotendo la mostra di scultura diffusa del maestro Alberto Inglesi nel centro storico di Grosseto. Lo spazio pubblico, com’era nei secoli passati, deve tornare ad essere la quinta scenica dove architetti e artisti lavorano assieme». Senza trascurare, naturalmente, il ruolo importante delle strutture museali che pure sono state costrette a mutare il rapporto con i visitatori alla riapertura post-Covid. «I musei – spiega Tombari – continueranno ovviamente ad esercitare il loro insostituibile ruolo, con la consapevolezza della necessità di adeguarsi nelle relazioni con il pubblico. E Fondazione Grosseto Cultura continuerà a sostenerli con grande convinzione, visto che abbiamo strutture di prim’ordine come il Polo culturale Le Clarisse (con il Museo collezione Luzzetti inaugurato da pochi mesi) e il Museo di storia naturale della Maremma (che ha appena proposto un importante restyling multimediale). Le strutture da noi gestite si affiancano al sito archeologico di Roselle, al Maam e alla Biblioteca Chelliana gestiti direttamente dal Comune, e al Parco regionale della Maremma. Storia e natura, patrimonio artistico e naturalistico. Accanto a tutto questo, vogliamo offrire un nuovo progetto culturale alla città: un quarto museo, a cielo aperto». L’amministrazione è pronta a sostenere il progetto, mirando a grandi traguardi. «Crediamo – conferma il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti – nel ruolo strategico di un contenitore pubblico, libero, per valorizzare l’arte contemporanea e arricchire il tessuto urbano. Arte pubblica come la street art, le opere scultoree, installazioni ambientate o site specific ma non solo: ben venga tutto ciò che possa dar vita a un percorso culturale attrattivo per residenti e turisti, coinvolgendo anche le frazioni e utilizzando le piste ciclabili come mobilità dolce. Vorremmo istituzionalizzare la presenza dell’arte pubblica organizzando questo percorso in una forma concreta, che attualmente non ha; una proposta giovane, continuamente in divenire, vista anche la natura di certe forme d’arte e la temporaneità delle installazioni. È una formula già sperimentata con successo in altre città italiane, come Ravenna e Napoli. E potrebbe far diventare realtà il sogno di lanciare Grosseto come prossima capitale della cultura: un obiettivo ambizioso, ma possibile». La fase operativa è pronta a partire. «Fondazione Grosseto Cultura – conclude il presidente Giovanni Tombari, a nome di tutto il Consiglio d’amministrazione composto anche dal vicepresidente Sebastiano Venier e da Gabriele Baccetti, Simona Bertelli e Alessandra Paolini – mette a disposizione la volontà e i mezzi per realizzare una progettualità comune e nuova che siamo convinti andrebbe a vantaggio di tutto il territorio, anche sotto il profilo dell’attrattività turistica. C’è la piena intenzione di lavorare insieme con l’amministrazione comunale che ci sostiene e a collaborare con le associazioni e i privati che vorranno condividere questa progettualità. Una città in movimento, fertile di idee, è una realtà che aiuta la crescita ed è fucina di proposte appetibili per investimenti culturali ed economici esterni».
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